Vi racconto una storia centenaria

LA STORIA DELLA CAIRESE

Correva l’anno 1919, quando il foot-ball, quello strano sport nato in Inghilterra e giocato con i piedi e non con le mani, arrivò a Cairo Montenotte. Nonostante lo scetticismo degli abitanti, due amici savonesi, Ciarlo e Saettone, frequentatori del paese per motivi sentimentali, cercarono di realizzare il loro sogno: formare a Cairo una squadra di calcio. L’iniziativa incuriosì il giovane Benedetto Brin, soprannominato Betto, figlio di un valoroso ammiraglio, che diventerà uno dei protagonisti della storia della futura U.S.D. Cairese. Saettone e Ciarlo riescono grazie al suo aiuto a progettare l’impossibile: la prima partita di calcio a Cairo, che alcuni amici di Betto e sportivi del pallone elastico, tra cui Pietro Astesiano, Pietro Torelli, Alfredo Maia, Tirol e Nino Garassino, giocano in Piazza della Vittoria contro la Veloce. Il match seguito da una folla incuriosita finisce 5 a 0 per i savonesi, sollevando non poche proteste, che scoraggiano più d’uno nell’insistere nell’impresa. Principali problemi: i carri non possono transitare per la piazza durante le partite e qualche vetro di troppo era andato in frantumi all’Albergo Montenotte. La Cairese, però, prosegue impavida nella sua attività e in breve tempo non solo trova un nuovo luogo dove giocare (il campo degli Aneti) ma costruisce anche un campo di allenamento vicino alla piazza. Viene, inoltre, adottata una nuova divisa sociale, che il portiere Giovanni Guido suggerisce azzurra per evitare quella nera imposta dal fascismo e nasce il C.C.C., Circolo Cairese Calcio, che diventa la meta serale dei giovani del paese, quei giovani che Brin, ora diventato presidente factotum, sogna di vedere in azzurro. Passano gli anni e la Cairese fiorisce, sempre più abitanti si appassionano al gioco del calcio e nuovi ragazzi decidono di dilettarsi in questo sport, formando la squadra che nel 1927 vince il girone circondariale di Savona del campionato U.L.C. Ma la successiva sconfitta di misura rimediata allo stadio Marassi di Genova contro l’Andrea Doria (l’antenata dell’attuale Sampdoria) impedisce Passarotto e compagni di conquistare il primato regionale.

DAGLI ANNI ‘30 Al ‘60: LA CAIRESE DIVENTA GRANDE!

Arrivano gli anni ’30 e la società cairese in rapida trasformazione diventa fulcro della grande industria e non sa più che farsene di una squadra di ragazzi di paese. | giocatori ormai hanno oltrepassato la trentina e l’anima della compagine. Giovanni Guido, si trasferisce per lavoro a Savona, Benedetto Brin è costretto a rassegnarsi. Altri cercano di prendere il suo posto, come il parroco don Savio, che nel 1937 fonda l’Aurora, una squadra parrocchiale con l’obiettivo mirato alla maturazione morale ed agonistica dei giovani de paese. Ma il sogno di Brin diventa realtà solo con Cesare Queirazza, detto Cesarin, che in breve tempo e con l’aiuto di personaggi capaci e volenterosi riesce a ricostruire la squadra che ormai sembrava essersi persa nella memoria dei cairesi. Il primo ostacolo è rappresentato dal campo, ma grazie al lavoro del segretario politico del Comune, il veterinario Borghi, che trova un accordo con la famiglia Cambiaso, l’amministrazione ha a disposizione il terreno per realizzare il campo sportivo “Capitano Pilota Bruno Mussolini” in corso Capitano Ciano, che verrà successivamente intitolato al campione degli anni ’40 Lionello Rizzo. Ora non resta che iscriversi alla Federazione Italiana Gioco Calcio, la richiesta viene mandata il 5 ottobre 1941, data che ufficializza la nascita dell’Unione Sportiva Cairese. I giocatori chiamati ad indossare la maglia (ora rossoblù) provengono non solo da Cairo, ma anche dalla riviera e dai paesi limitrofi. Queirazza vuole creare una squadra che possa competere a livello federale e riesce a mescolare i giusti ingredienti. La Cairese, infatti, fin dal suo esordio in Prima Divisione si fa notare nel panorama calcistico ligure e dopo la sospensione del campionato durante la guerra, la squadra ora presieduta da Mallarino ritorna in campo con tanta grinta e voglia di fare bene. Si arriva così alla stagione 1946-47, anno in cui gli azzurri affrontano per la prima volta la prova della Serie C regionale, guadagnandosi il soprannome di “Cairese saracinesca” per un esaltante susseguirsi di prestazioni positive scandite da una sfilza di vittorie per 3-0. Non altrettanto fortunate le due stagioni successive che videro la Cairese arretrare nel campionato di Prima Categoria. Passarono due decenni caratterizzati da alti e bassi  con cambi di presidenza e di allenatori fino alla metà degli anni sessanta quando  i gialloblù grazie all’arrivo di giocatori del calibro di Papes e Pierucci, uniti a validi giocatori locali tra cui “nonno” Monaci ( a lungo cannoniere  principe del club) e soprattutto al lavoro di Pietro Negro (arrivato nell’era Cesarin) come direttore tecnico fecero non solo sognare i tifosi per il buon gioco e per gli ottimi risultati ottenuti tra i dilettanti ma sfiorano in due occasioni il salto in serie D con la conquista dei playoff , guadagnandosi il soprannome  altisonante ma meritato di “Cairese dei miracoli”

ANNI ’70 E ’80: GLI ANNI D’OR, LA CAIRESE SBARCA NEL CALCIO PROFESSIONISTICO!

Con il sopraggiungere degli anni ’70, la crisi energetica e l’abbandono di Negro portano a un periodo di numerosi mutamenti, ma la Cairese riuscì a reggersi in piedi grazie all’autentica passione di un gruppo di dirigenti capaci di prestare disinteressatamente la loro opera pur di proseguire l’attività agonista. I vari Artusio, Donesana, Cirio, Rebuffo, Camera, Perasso ed Esposito si alternarono alle mansioni più umili pur di consentire alla Cairese di esistere. Si  valorizzarono i giovani locali acquistando ragazzi valbormidesi trasferitasi al Savona (Campora, Caviglia, Bordino, Lambertini e Veneziano) o attingendo al settore giovanile. Anni difficili e complicati con la squadra che vivacchia in Prima categoria sino all’avvento del “ tornado” Cesare Brin, che diventando presidente nel 1977 si rivelò da subito personaggio importante non solo per la Cairese, ma anche per tutto il mondo del calcio dilettantistico ligure grazie alla sua straordinaria dialettica, la moderna ricerca del consenso di massa, la prepotenza tipica del predestinato alla vittoria. Con lui la cronaca calcistica si confonde con quella sociale, nei bar si parla sempre e solo di Cairese, 1500 sono in media gli spettatori che assistano alle partite casalinghe e grazie a lui i gialloblù riescono a risalire dall’anonima Prima Categoria sino alla Serie C2. Protagonisti principali di questa cavalcata furono il bomber Antonio Marcolini, il leader Miro Zunino, il regista Giovanni Ottonello e la bandiera Mario Bertone , l’unico in quella squadra ad aver vissuto per intero l’esperienza dal calcio dilettantistico a quello professionistico. Il sogno gialloblù inizia nel 1981, quando dopo una stagione da record, la compagine arriva in Promozione con l’obiettivo non solo di aggiudicarsi il campionato, ma anche di sconfiggere la rivale Carcarese e riesce senza troppe difficoltà nel suo intento. Ma il bello deve ancora venire, dopo due anni in cui la squadra di Brin milita nella categoria Interregionale, e dopo uno spareggio perso onorevolmente con la Pro Vercelli , il professionismo non è più una chimera, ma  diventa una concreta realtà. Il traguardo venne raggiunto il 12 maggio 1985 quando grazie ad un goal di Giovanni Rando la Cairese espugnò il campo di Orbassano e conquistò la matematica certezza della promozione. La domenica dopo duemila tifosi festeggiarono tra palloncini e frittelle la promozione in Serie C2. Il sogno sembrava destinato a durare all’infinito ma purtroppo qualcosa s’inceppò e, dopo una dolorosa retrocessione, il Presidentissimo fu costretto ad abbandonare la guida del club.

ANNI ’90-2000: L’ERA PENSIERO

Iniziò così una nuova era, quella di Franco Pensiero che divenne presidente nel 1989. Tutto il  suo mandato è caratterizzato da una strategia netta ed opposta rispetto a quella di Cesare Brin: la precisa volontà di fare del settore giovanile il fiore all’occhiello della società, dal quale attingere le forze che avrebbero poi fatto diventare grande la prima squadra, senza  affidarsi ad un mercato diventato ormai troppo oneroso. Un altro aspetto fondamentale della presidenza Pensiero è la trasformazione della Cairese in una realtà calcistica moderna, grazie alla separazione tra la società, intesa in senso dirigistico, e la gestione tecnica della squadra, affidata all’esperto Carlo Pizzorno con la carica di direttore del settore sportivo. Gli addetti ai lavori si impegnano così a riportare la squadra, là dove merita: in Interregionale. Sogno raggiunto nella stagione 1990-91, nella quale la Cairese di mister Paolo Tonelli e di Enrico Vella riesce a conquistare il salto di categoria dopo aver vinto il campionato e lo spareggio con il Lavagna. Ma una sorpresa attende la società gialloblù: i confini territoriali del torneo vengono decisamente allargati, provocando un aggravio dei costi. La dirigenza prova comunque con oculatezza a creare una squadra in grado di competere , le scelte, seppur non sbagliate e volte a dare fiducia ai giovani promettenti, portano a fine stagione alla preventivata retrocessione. La società, però, si convinse che quella era la strada da seguire. Così nella stagione successiva affidò la panchina a Franco Bagnasco, il tecnico della Juniores, che diede spazio alle promesse del vivaio, riuscendo a chiudere il campionato in quarta posizione e vincendo due derby con la Carcarese. Ottime prestazioni anche negli anni successivi, quando la Cairese venne guidata da Corrado Orcino, che accolse con entusiasmo l’invito del presidente Pensiero. in quanto abituato a privilegiare quegli elementi non ancora calcisticamente maturi e quindi facilmente plasmabili sotto il profilo tecnico. Arrivano a Cairo tra il 1993 e il 1994 numerosi giovani, tra cui Massimo Cristino, Franz Laoretti, Lorenzo Bertonasco e Matteo Giribone. Tutte le stagioni successive fino ai giorni nostri sono caratterizzate da una continuità della Cairese che riesce, seppur con qualche scivolone, a mantenersi sempre nelle categorie più alte del campionato dilettantistico. Tra gli avvenimenti più importanti di questi decenni da ricordare il campionato 2008/9 passato alla storia come quello dei “4 derbies” contro i cugini biancorossi della Carcarese. Un pubblico straripante, come da tanto tempo non si vedeva negli stadi valbormidesi, e una grande vittoria della squadra di Monteforte che riuscì  a conquistare la promozione agli spareggi. tornando in Eccellenza. Altro momento topico della storia recente la stagione 2010-11, nella quale la squadra guidata da Benzi sfiorò il salto di categoria. All’inizio della stagione grazie anche a una squadra attrezzata da giocatori d’esperienza e per questo molto onerosa, i gialloblù dominarono il campionato, ma i risultati negativi delle ultime giornate fecero sì che la Cairese chiuda al terzo posto, da allora in poi, la dirigenza gialloblù decise di puntare su una politica ben precisa: la valorizzazione dei giovani, tentando di coniugare il giusto binomio tra l’alto livello di categoria e la salute economica della società.

DAL 2016 AL 2022: PATUTO E BERTONE PRESIDENTI, LA CAIRESE È DA RECORD!

Nel 2016 Franco Pensiero decise di abbandonare la presidenza gialloblù dopo 26 anni. al suo posto subentrò il commercialista Samuele Patuto, coadiuvato dalla bandiera Mario Bertone e da una cordata di imprenditori  locali pronti ad investire e rendere ancora grande questa società. Il nuovo ciclo, però, non iniziò nel migliore dei modi in quanto, dopo pochi mesi dall’insediamento del nuovo consiglio direttivo, la Cairese retrocesse nel Campionato di Promozione, uscendo sconfitta ai play out contro il Rapallo. Nella stagione successiva (2016-2017), si tentò l’immediato ritorno in Eccellenza, ma nonostante una seconda parte di campionato assai positiva. sotto la guida di mister Podestà, non riuscì a recuperare il gap dal Pietra Ligure piazzandosi  al 3° posto in graduatoria e venendo poi eliminata nei successivi playoff dal Campomorone. L’anno seguente nuovo cambio sulla panchina gialloblù, con l’avvento dell’ex giocatore della Sampdoria e della Cairese, Matteo Solari. La squadra disputò un campionato di altissimo livello e con 75 punti , vinse il campionato inanellando 23 vittorie, 6 pareggi ed una sola sconfitta conquistando il salto di categoria con ben 5 domeniche d’anticipo. Da allora la Cairese milita nel girone A dell’Eccellenza Ligure, dove si è messa in luce raggiungendo stabilmente i piani alti della classifica. Il 2019 è stato davvero un anno simbolo per la nostra società, sia per aver raggiunto l’obbiettivo dei  100 anni dalla fondazione, ma anche per il ritorno dopo alcuni anni di assenza del famoso Torneo Internazionale, riservato alla categoria giovanissimi fascia B., autentico fiore all’occhiello del club. Nell’estate di quell’anno inoltre arrivarono altre novità sostanziali, prima con  il cambio al vertice  tra Samuele Patuto  ed il suo vice, Mario Bertone e poi con l’addio a sorpresa di mister Solari, attratto dalle sirene provenienti da Albenga e sostituito da un autentico vate del calcio dilettante ligure quale Giuseppe Maisano. Con lui alla guida i gialloblù disputarono uno splendido campionato sia sotto il profilo dei risultati  (tra cui spicca la vittoria ad Albenga per 1 a 3) che quello del gioco, tra i più spettacolari delle ultime stagioni. Peccato che a rovinare tutto arrivò l’esplosione della pandemia che obbligò la federazione a chiudere anticipatamente il campionato con la Cairese splendida quarta. Nell’agosto 2020 nuovo cambio tecnico, Mario Benzi subentra a mister Maisano. I gialloblù disputano un’ottima prima parte di stagione, prima di fermarsi, nuovamente, a causa del COVID-19. Si ripartirà solo nell’aprile del 2021, con le dovute cautele e con un format tutto nuovo ma, tutto ciò, non impedirà al tecnico acquese ed ai suoi ragazzi di disputare una stagione incredibile tanto da sfiorare il ritorno in Serie D, a distanza di 30 anni esatti dall’ultima volta, arrendendosi solo nella finalissima di Vado al cospetto di un Ligorna oggettivamente superiore. Anno nuovo, mister nuovo, dopo l’addio di Mario Benzi, si decise di puntare su una nuova guida tecnica, molto giovane, ma con grandi capacità affidando la panchina al “Cobra” Diego Alessi, bomber conclamato che così  appese le scarpette al chiodo per passare dall’altra parte della barricata, con al suo fianco il vice, Giuliano Bresci, ex colonna difensiva gialloblù e il  match analyst Michele Battistel. Anche questa stagione, come la precedente venne pesantemente condizionata dalle restrizioni per la pandemia Covid, al punto di divedere le squadre partecipanti al campionato in due gironi e  la Cairese, dopo aver vinto quello ponentino, si qualificò per play off  trovandosi, dopo quattro giornate, al comando, ma la sconfitta nel turno successivo sul campo della Fezzanese ne compromise le chances della vittoria finale.

DAL 2022 AD OGGI: BENVENUTO ALLA FAMIGLIA BOVERI!

In estate nuovo ribaltone al vertice con l’avvento di una nuova proprietà guidata dall’imprenditore piemontese Fabio Boveri (padre del difensore centrale Emanuele) affiancato dall’altro figlio Federico nel ruolo di vicepresidente. Confermata invece la guida tecnica a Diego Alessi con l’obbiettivo di disputare una stagione di transizione per via di una rosa molto rinnovata e ringiovanita. In realtà sin dalle prime giornate i gialloblù si piazzano nelle zone nobili della classifica, andando ben oltre le attese della vigilia, nella scia della capolista Albenga e delle blasonate Lavagnese ed Imperia disputando l’ennesima stagione ad altissimo livello.

Dopo l‘annata 2022/2023, conclusa nelle zone alte della classifica, la dirigenza gialloblù, per la stagione 2023/24, decide di cambiare radicalmente sia la guida tecnica, con l’addio a mister Alessi, che buona parte dei giocatori in rosa rimpiazzati da acquisti eccellenti quali i due argentini Gargiulo e Sogno, freschi vincitori del campionato d’eccellenza con la maglia dell’Albenga, l’esterno Tazzer ex del Gubbio ed il trequartista Silvestri con un passato tra i professionisti con l’Avellino e un nutrito gruppo di giovani tra cui il portiere Scalvini, il centrocampista Turone (nipote del celebre Ramon) ed altri prelevati dalla “cantera” come la punta Chiarlone. Inizialmente il ruolo di allenatore viene affidato a Pierluigi Lepore, ex tra l’altro di Cuneo ed Albenga, ma la precoce eliminazione in Coppa Italia ad opera del Pietra, e soprattutto un inizio di campionato con il freno a mano tirato portano, dopo solo 5 giornate, alla separazione consensuale, con l’arrivo sulla panchina del “Brin”, del navigato tecnico piemontese Riccardo Boschetto reduce dalla positiva esperienza in quel di Asti in Serie D. Sotto la nuova guida tecnica, la Cairese inizia una lento ma costante recupero in campionato tanto da agganciare a metà dicembre la prima posizione in classifica. Tra la fine del girone d’andata e quello di ritorno, però i gialloblù, attraversano un periodo decisamente poco positivo sotto il profilo dei risultati, tanto da perdere contatto con la capolista Imperia che, forte di un rendimento sempre costante, si avvia a vincere con pieno merito il campionato. La Cairese però, grazie anche ad alcuni innesti nel mercato invernale, riesce a riprendere quota riconquistando la seconda piazza in classifica, quella che consente di affrontare i playoff regionali.

Nelle ultime giornate di campionato, la Cairese consolida l’accesso ai play off, ma perde la seconda piazza a favore del Rivasamba ed è costretta a partire dalla semifinale giocata al “Brin” contro il Pietra Ligure e vinta per 2 a 0 al termine di una gara combattuta e polemica. Per accedere ai playoff nazionali è però necessario andare a vincere in casa del Rivasamba, ed i gialloblù riescono nell’impresa espugnando l’Andersen di Sestri Levante per 3 a 2, dopo i tempi supplementari, in una sfida vietata ai deboli di cuore, in cui recuperano per due volte lo svantaggio per poi piazzare l’affondo decisivo, a 5 minuti dal termine, grazie ad un rigore trasformato impeccabilmente da Silvestri . Ed ora testa e cuore alla sfida con le squadre lombarde…. l’avventura continua!!!