Concluso l’anno 2022, che ha portato al nostro settore giovanile parecchie soddisfazioni, abbiamo voluto fare un resoconto del lavoro che viene portato avanti quotidianamente, insieme al nostro Responsabile Tecnico del settore giovanile, Sergio Soldano. Sergio, allenatore patentato UEFA A, che ha avuto la possibilità di portare la propria capacità ed esperienza in molti paesi del mondo e che per sette anni è stato il Responsabile della Didattica del centro tecnico nazionale maltese, nonché allenatore delle formazioni under 16 e under 17 della nazionale stessa, guadagnandosi le qualificazioni alla fase finale degli Europei, così analizza il lavoro svolto: “Abbiamo tracciato, con la società, la linea di un percorso formativo che prevede anche un innalzamento dell’asticella del lavoro degli allenatori da dover raggiungere e realizzare in ogni aspetto. L’obbiettivo principale che noi abbiamo intenzione di portare avanti è quello per il quale i nostri giovani possano trovarsi pronti, un giorno, al mondo della prima squadra: sappiamo di avere, in ogni nostra leva, giocatori che, potenzialmente, possono raggiungere questo traguardo, e dobbiamo fare si che vi siano le condizioni tali per sviluppare la loro crescita, come è stato fatto finora, attraverso un lavoro che ha consentito già a parecchi ragazzi di rivelarsi pedine importanti della rosa dei “grandi”. Il secondo obbiettivo che ci poniamo è quello di far si che il maggior numero possibile di essi possa essere pronto anche ad affrontare esperienze a livello di rappresentative regionali e nazionali dilettanti, ma anche a competere a livelli professionistici, panorami importanti all’interno dei quali potersi mettere in mostra. Un concetto su cui mi è sempre piaciuto, mi piace e mi piacerà insistere è il seguente, in merito al settore giovanile: esso è un costo o è un investimento? Penso sia necessario rifletterci. Da quando sono tornato a Cairo, tre anni fa, ho sempre insistito su un aspetto molto importante, per quel che riguarda la linea tecnica e metodologica da dover seguire: allenare al gioco o allenare con il gioco? Una riprova è quella che abbiamo visto seguendo l’ultimo mondiale disputatosi in Qatar: poco calcio, tanta fisicità e tanta organizzazione da parte delle squadre, concetti che hanno permesso anche alle formazioni più “piccole” di riuscire a mettere in difficoltà le più esperte. Ciò denota la mancanza di quello che per me è un elemento fondamentale, la creatività, su cui noi dobbiamo basare la crescita dei nostri giovani, riprendendo la frase di Einstein per cui :”La creatività è l’intelligenza che si diverte”. Più gioco, che andrà a limare quelli che possono essere i limiti tecnici, più creatività, meno importanza allo svolgimento dell’esercizio in sé, ma alla funzionalità che esso deve avere per il gioco, dando così la possibilità di portare avanti quelli che sono i principi fondamentali di questo sport. Prima di chiudere la mia carriera sui campi da calcio mi piacerebbe molto avere la possibilità di poter allenare una squadra giovane nella quale l’organizzazione dipenda dalla creatività di ogni singolo, sarebbe per me una soddisfazione enorme. Ulteriore concetto su cui, per me, è importante basare lo sviluppo, questa volta non solo a livello sportivo, dei ragazzi, che vale, soprattutto, per gli allenatori, è il seguente: “Chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio”. Questa frase, che riprendo da José Mourinho, è per me fondamentale: insieme agli allenatori, dobbiamo riuscire ad andare oltre a quello che è l’aspetto calcistico, dobbiamo conoscere i nostri ragazzi, parlare con loro, capire le loro fragilità e il modo in cui porci con loro singolarmente, per aiutarli a crescere anche e soprattutto umanamente.”